Bene, bene. .
 
Dato che son appena rientrata nel mio larvale stadio di svogliatezza cronica, non intendo descrivere il mio viaggio in Corsica. U_U
Ma devo pur aggiornare lo Stupidissimo Reame, quindi scriverò qualcosa d’inssensato (come sempre) spinta dalla frenesia-larvale del momento (e dai mistici 14 accessi di oggi. . Mai avuti così tanti visitors. . Ehm. . visitatori, scusate
. . ^_^”).
 
Che io non amo il mare è un dato di fatto.
Il mio pallore cadaverico non è esclusivamente dovuto all’anemia perenne (seppur mi impasticchi di ferro ogni giorno. .) o alla mia malsana salute (l’ho sempre detto: contenitore "defective" da rimandare in fabbrica, anche senza scontrino!), no. .
Son finiti i giorni in cui incantavo i bambini dicendo loro che ero lo spirito di una loro cuginetta prematuramente scomparsa.
No dai, questo magari non l’ho mai fatto.
 
Ma sto divagando. .
 
Ah-ehm. . U_U”
 
Come dicevo, io ODIO andare al mare e AMO il mare in sè; questa frase potrebbe sembrare una contraddizioni in termini ed ammetto che è colpa della sottoscritta, che poco riesce a spigarsi: io odio prendere il sole, sorbirmi quegli insulsi raggi rimanendomene inerme e gocciolando come una diga fallata.
Ma amo il mare.
Con tutta me stessa, io amo le onde, il sapore salino, il profumo del mare, la sua voce, il suo colore nei miei occhi e non è un caso che io riesca a stare ore a fissarlo, anche sotto il sole cocente (no, in questo caso non lo sento) oppure immersa nel placido ondeggiare delle sue correnti.
 
Solo questo. Sono una sempliciotta, in fondo.
 
Il motivo per il quale non mi piacciono le isole è che per vedere IL mare devi obbligatoriamente possedere una barca e questo mi ha sempre fatto oltremodo adirare.
Perchè mai dovrei spender fior di quattrini per poi vedermi rifilato una pozza d’acqua marroncina che ben poco mi sa di cristallino?
Io non vado in vacanza per prendere il sole, contrariamente al senso comune umano (il perchè devo sempre andare contro-corrente lo scoprirò, prima o poi. . U_U”) io vado in vacanza per vedere il mare; nonostante possa vederlo anche da casa mia ho sempre creduto che ogni mare fosse diverso, anche grazie alle storie che quel fantasista di mio nonno soleva raccontarmi.
 
Io ho amato la Corsica.
Questa frase, per chi mi conosce davvero, può essere scioccante ma è la pura e semplice verità.
 
Ovunque io mi voltassi, anche in quello che era il porto di Bastiglia, ovunque c’era lui: il mare.
Non era una pozza d’acqua fetida, inquinata fino all’eccesso, no. . Era mare.
 
Ve ne do atto, a questo punto potrei sembrarvi leggermente ammattita ma dovete capire che son cresciuta con fantomatiche storie inerenti il suddetto e più volte citato specchio d’acqua (la mia abilità nel diluire le frasi potrebbe entrare nella Leggenda. .) e che quindi quest’ultimo ha sempre avuto una discreta influenza su di me e sulle emozioni.
Quelle strade corse in piena campagna dalle quali si vedeva il mare splendere per me rimarranno uno dei ricordi più belli di quest’estate ed avrei tanto voluto fotografarle. .
[Ma mi son dimenticata la macchina fotografica a casa, come sempre. U_U
(Ed ecco rotta l’atmosfera pseudo-seriosa che avevo descritto)]
Non nego d’essermi quasi commossa nel constatare quanto piccola ero io, in confronto alle gigantesche colline coperte di verde, che nascondevano per poi rivelar pian-piano una perla di caletta od uno scorcio di mare od una piccola grotta sommersa.
 
Sempliciotta, ve l’ho detto.
E forse anche un po’ stupida, eccessivamente infantile e con ancora una patetica vena romantica, nonostante tutto.
 
E dato che sono una Divinità Magnanima, vi farò dono delle mie esperienze come se le aveste vissute in prima persona, ma solo per un attimo. XD
 
E’ il secondo giorno di ferie.
In macchina fa caldo, il condizionatore non funziona e aprendo i finestrini potreste dar libero accesso alle "Vespe Assassine Corse"; soffrite il mal di macchina e come se non bastasse la strada è un tornante infinito; alla guida vostro cognato che prende le curve con una delicatezza tale che seppur vi possa apparir d’esser ancora vivi, forse preferireste esser nell’oltretomba.
Non c’è niente di bello, in quella vacanza, non potete neppure andar più al mare a causa di un piccolo colpo di sole, preso il giorno prima.
Vi mettete a cercar l’IPod nella borsa e non lo trovate alla prima; neppure alla seconda. . Bhè, no, neppure alla terza. U_U
Eccolo: in fondo.
In preda all’attimo ottimistico del momento, create la playlist più deprimente della storia, inserendo tra le altre "The best is yet to come" (MGS) sapendo benissimo che alla fine, il meglio venuto è la morte del protagonista (piange). .
Vi appisolate (in realtà state per lasciare questo mondo a causa dell’autista poc’anzi citato) con la testa appoggiata sul finestrino finchè. .
Finchè qualcosa vi sveglia.
Cosa non sapreste dirlo neppure voi.
Un suono che stona in quella che è l’armonia da voi conosciuta della canzone, ormai imparata a memoria; o forse un brillio di sole più forte del previsto; o ancora un profumo che non avevate mai sentito.
Non è importante, solo necessario a farvi aprire gli occhi a QUELLO spettacolo.
Assonnati, guardate fuori dal finestrino, e la vista vi riempie le retine ed il cervello con violenza.
Senza fiato.
Potete sol rimanere così, con l’espressione inebetita, a fissare lo spettacolo: scendon due colline placide per la loro strada, inscurite da una fitta vegetazione che dalla cima pian piano degrada, divenendo alberelli prima, e poi arbusti, cespugli ed erbetta inspida che spunta dalle pietruzze piatte e bianche che potete sol scorger da lontano; ed è proprio lì, lontano, nel punto di congiunzione di quelle due che paion enormi bestioni addormentati, ciò che ha catturato il vostro sguardo.
Lontano sì, ve l’ho detto, eppur non riuscite a distaccar gli occhi, ipnotizzati dal brillio quasi soprannaturale di quella piccola distesa azzurra, minima parte di un qualcosa di più grande.
Vi sentite piccoli ed insignificanti; guardate il tutto, mare, roccie, colline e cielo, e queasi vi pare un dipinto con maestria architettato.
Ed anche questo accresce il vostro senzo d’irrealtà ed impotenza, forse dettato anche dall’umana concezione chiamata stanchezza.
Per pochi, brevi istanti, il silenzio è assoluto.
Poi sorridete.
L’IPod sta mandando avanti quella che riconoscete vagamente come "Bratja" (FMA); l’incanto si è spezzato ma non è stato certo irripetibile.
Accadrà di nuovo, ancora una volta potrete assaporare un così elevato senso di estraniamento dal mondo.
Non sapete quando, ma sapete che avverrà e questo basta a farvi passare il mal di mare ed a farvi ridere, di gusto, mentre tutti pensano che siate ammattiti.
 
Questo è il ricordo più bello della Corsica, l’unico che ricordo con vivida chiarezza.
Il resto, per quanto assurdo e divertente e pure folle perchè no, sbiadisce piano-piano, anche grazie alla mia proverbiale memoria da pesciolino rosso.
Le api assassine che tentavano di trasformarci in un alveare vivente, i gelati Algida e le baguettes sotto il braccio; il "W la france", il trenino turistico che odorava un po’ di morto (non me ne voglian i francesi! XD), il bucato steso a prender aria e le gite al mare.
Tutto questo, per quanto importante ed a me caro, è solo di secondaria importanza.
C’era solo il mare, per me.
 
E Tsushi, che se non vede il suo nome scritto se la prende a male, ahahahahah!! XDDD