27 agosto 2012

E finalmente ora posso scrivere ai quattro venti (??)

Ben svegliato, Vale!

(E sì, con questo colore che disintegra una retina sana nel giro di tre secondi. xD)

Altro che “El gato”, sei più un leone… Anche se ci hai fatto preoccupare un botto!Dopo una settimana passata in rianimazione eravamo pronti ad ucciderti, in caso tu avessi deciso di non svegliarti.

Tutto è bene quel che finisce bene, adesso manca soltanto che la Polizia acciuffi i tizi che ti hanno conciato così.

Bored…

14 febbraio 2012

Non ho mai molto da scrivere(barra)raccontare vuoi per la stitichezza di voglia, vuoi perché effettivamente non ho mai troppo tempo libero.

Dato che oggi mi hanno costretta a prendere un giorno libero (ché tanto gli straordinari non me li pagano di certo) pensavo di poter uscire a cazzeggiare tra bar, librerie, fumetti e scagliozzi… E invece!
La stolta creatura Steve Addicted è malata (inutile come il suo Steve), il rincretinito che pensa di essere un antenato del Comandante Shepard lavora, studia e poi si allena (al solito), i libri che dovevano arrivarmi ieri non sono ancora arrivati e il mio compleanno si avvicina inesorabile. Una disgrazia dietro l’altra, è incredibile!

A causa di TUTTO questo io non ho un BENEMERITO cavolo da fare.
Non posso nemmeno consolarmi con un bell’episodio di un telefilm random visto che lo streaming è praticamente deceduto… e quindi ho deciso di dedicarmi al Blog.
Negli ultimi tempi lo lascio sempre solo e no, ok, l’ho SEMPRE lasciato solo e non me ne sono mai curata, ma da oggi e fino a domani la solfa cambia: scriverò una sequela di cose completamente prive di senso tanto per allietare il mio grigissimo pomeriggio di “forever alone-itudine”!

Inizio col dire che sono una fottutissima anima pia visto che il Dio del rincretinito mi deve minimo TRE (e dico tre) posti nel suo Residence migliore. u_ù

Giovedì scorso infatti ho fatto ben tre buone azioni; per una persona comune potranno anche essere all’ordine del giorno ma per me, pseudo-sociopatica, sono un passo verso la santificazione peritura.

Avevo appena staccato dal lavoro, erano le 17:30 e mi stavo avviando con passo traballante, affamata e con la musica a tutto volume nelle orecchie verso la fermata dell’autobus (ebbene sì, impiego meno con i mezzi pubblici che con i miei).

Mentre son lì che affamata a causa di un pranzo totalmente saltato aspetto il 9AM, mi si avvicina una ragazza e mi chiede cosa debba fare per arrivare al pronto Soccorso; mi tolgo le cuffie, mi faccio ripetere la domanda e le rispondo che deve prendere il mio stesso mezzo e scendere poche fermate dopo.
Mi guarda di rimando e io intuisco che, lasciandola da sola, non arriverà mai a destinazione, quindi mi offro di dirle quando e dove scendere.

L’autobus ritarda come al solito i suoi dieci minuti accademici e nel frattempo mi spiega l’urgenza che ha di arrivare e le motivazioni (una bambina -nipote, presumo- di pochi mesi con la febbre, ricoverata poco tempo prima); un po’ perché i bambini mi piacciono (non sono poi il mostro che tutti pensano) e un po’ perché capisco la preoccupazione avendo due nipoti di cui sono innamorata, mi decido a darle una manina ripromettendomi comunque di arrivare il prima possibile a casa.

Il 6AM arriva, saliamo entrambe, ma rimaniamo ferme perché la macchinetta obliteratrice non funziona.
Che problema c’è -mi chiedo tra me- visto che la seconda funziona alla perfezione? Ma le vecchine si lamentano, quindi dobbiamo rimanere ferme altri 10 minuti per far riparare la macchinetta infernale.
Ripartiamo e la ragazza (di cui non so neanche il nome, ora che ci penso) mi racconta che non è Toscana ma che vive e studia comunque nella città vicina; facciamo un po’ di conversazione (inteso come: lei parlava, io ascoltavo) finché non arriva il momento per lei di scendere. Le dico che quella è la sua fermata, lei fa per scendere, mi guarda e… scendo anch’io.

Mi dico che tanto non siamo poi così distanti da casa mia, che sarei comunque scesa dopo massimo sei/sette fermate e l’accompagno verso il Pronto Soccorso.

Ora, sinceramente, sono 2 anni che non vado al reparto di Pediatria (dove nel frattempo avevano portato la bimba) e quindi, arrivati laddove credevo che fosse, la mia utilità gagliarda si è esaurita. La guardo, la ragazza guarda me e poi mi viene in mente che un anno prima hanno spostato il reparto nell’ala nuova… e dove cavolo sarebbe, ‘sta ala nuova? 

Lei lo sa!
La ragazza si ricorda di esserci stata, è nella parte che costeggia l’ottavo padiglione e quindi ci mettiamo a cercare il padiglione in questione.
Dopo aver chiesto a qualcuno in giro (un addetto al cancello per le automobili, un simpatico e cordiale infermiere e una persona random) finalmente riusciamo a trovarlo!
La ragazza mi esprime la sua immensa gratitudine alla quale io, refrattaria ai complimenti, rispondo con un sorriso imbarazzatissimo schernendo la mia effettiva utilità.
Guardo la ragazza entrare nel reparto, sorridermi e ringraziarmi a profusione e salutarmi con la mano finché le porte non si richiudono dietro di lei.
È finita!

Guardo l’orologio e ormai anche l’ora della merendina è andata: sono già le sei e mezzo e sono ancora un bel po’ lontana da casa, quindi gambe in spalla mi dirigo verso casa a piedi.
Dopo una camminata minima di cinque minuti vedo passarmi a fianco il solito 9AM, faccio una sana corsetta che quasi mi uccide e riesco a salire sull’autobus.
Mi guardo intorno sfinita e noto subito che, ovviamente, tutti i posti sono occupati.
Tch! Figuriamoci se mi demoralizzo per così poco!
Col cuore in procinto di esplodere post-corsa, mi avvicino alla vecchina che in partenza aveva premuto la richiesta di fermata e mi appoggio al corrimano tanto per riposarmi un po’.

L’autobus si ferma, la vecchina si alza e si appresta a scendere mentre io prendo il suo posto, ma noto che c’è un portafoglio sul sedile.
Ecchecavolo però, oggi tranquillità zero!
Quindi mi fiondo fuori e restituisco il borsellino alla vecchina che mi bacia e mi abbraccia, mi dice che i giovani non sono tutti da buttare (cosa avrà voluto dire? [cit.]) e mi ringrazia ancora.
Che vecchina gentile, mi dico mentre la guardo farsi lontana.
E io sono alla fermata. AGAIN.

Questa volta decido di rimanermene lì, ad aspettare l’autobus perché ZERO voglia di camminare e ho fame, sonno, sono stanca e inizio pure ad aver sete.
Arriva il solito, MALEDETTO 9 AM; lo prendo; questa volta mi siedo; mi guardo intorno: siamo io, due bambini col nonno ed una bambina delle elementari (che bellina col grembiulino! >_<).
Nessun pericolo, mi dico.
A meno che il nonno non si dimentichi uno dei due bimbi (o tutti e due, chissà) sul mezzo, stavolta dovrei poter tornare a casa in tranquillità.

Evidentemente, il Sommo Mycroft (devo smetterla di guardare Sherlock e adorare Gatiss…) aveva altri progetti per me.

Arriviamo alla mia fermata. La bambina in fila davanti a me scende e inciampa al che io, con la leggiadria tipica di un bradipo sovrappeso, la prendo al volo con lo zaino compreso.
La bimba mi ringrazia, il nonno coi bimbi mi fa gli elogi (per cosa, poi? Possibile che tutti abbiano ZERO fiducia nei giovani? Che poi tanto giovane non sono, ma vabbé…) e io rimango lì, alla fermata, sfinita.

Tre “atti di bontà” sono troppi anche per quegli strani tizi Monoteisti che adorano quella famosa Divinità artefice dell’uccisione del proprio figlio (e poi mi vengono a sproloquiare dell’amore familiare… Ma lol xD), figurarsi per me.
Me ne torno a casa, ormai sono quasi le sette e mezzo , non ho nemmeno più fame. Poi mi fermo alla pizzeria sotto casa, mi prendo una schiacciatina ripiena, una Coca Cola e un pezzo di pizza.

Massì, dai!
Non mi è andata malaccio. Almeno ho un paio di scuse valide per non aver pulito casa!
E me ne torno a casa beata, consapevole che comunque dovrò pulire dopo cena… 

TRUE STORY. u_ù

Bhà, non ho poi così tanta voglia di scrivere, quindi penso che la finirò qui.
L’orario per passare il pomeriggio l’ho fatto, sono già le sei e mezzo e devo preparare la mia cena…

Possa Chtulhu guidare il vostro cammino di distruzione.