E domenica…

14 settembre 2012

… botta di Moneglia, borgo marinaro nelle vicinanze -si fa per dire- di Genova!

Barca cambiata, equipaggio idem: stessa timoniera purtroppo (sì, la bimbaminkia che ha bidonato il gozzo all’ultima gara), l’ex terzo remo ora capovoga, il solito secondo remo, un brend niu-sugoi-kawaii!!11!!(one)! terzo remo (che non conosco xD) e Convivente al quarto.

cHe SuPaH-MeGaH-UbEr-bArKa!!11!! SuGoi-NeKo-KauAiiiii!!1!!!(one)!

Vedremo, vedremo… Ma la barca pare sensibilmente migliorata, scorre meglio ed è più leggera di 10 Kg che NON sono poco.

Stavolta porterò un costume, DUE macchine fotografiche e un quantitativo variabile di antistaminici!

Vedrò di preparare anche qualcosina per cibarsi/abbeverarsi nei lunghi lassi temporali di vuoto assoluto, che col cavolo che spendo di nuovo 16 Euro per un panino di diametro pari a 3cm e una bottiglietta da mezzo litro di acqua…
Ho già pronto l’immancabile libro -trattasi de “I ragazzi di Anansi”, di Gaiman che mi tengo in serbo da settimane seppur abbia, lo ammetto, già letto i primi due capitoli.
(Non ho potuto resistere! xD)

Ho visto comunque che cose da visitare ce ne sono, quindi mi farò un percorsino veloce da seguire e all’orario fissato andrò alla gara, che sarà sicuramente nel pomeriggio.


E chiudo qui. u^u
Com’è che non mi viene mai in mente una frase intelligente per chiudere i Post? T^T

Isola d’Elba rulez!

10 settembre 2012

EDDDDunque!

Ieri isola d’Elba, per la seconda gara dei campionati italiani di voga a sedile fisso.
Dopo la disfatta psicologica di due giorni fa, con un preavviso di gara di un’ora e mezzo, litigi assortiti, una timoniera bimbaminkia che non sa tenersi un uovo in culo e un fidanzato/capovoga  che primadonneggia con risvolti tragicomici, alla fine siamo giunti alla seconda prova.

Ovviamente, anche stavolta siamo partiti male: il capovoga infortunato (?), la bimbam-ehm… timoniera infortunata pure lei (quanti infortuni nel giro di 13 ore, nevvero?), la barca che non è quella da gara su cui i ragazzi si sono allenati per mesi, i puntapiedi da donna (lol) e un campo di gara ad catsum.
Un disastro di cui siamo (ma sono sarebbe più corretto, visto che io sono una sorta di mascotte) venuti a conoscenza solo una volta sbarcati sull’Isola.
Il Comitato organizzativo fortunatamente si è subito messo in moto e alle 13:00, dopo appena due ore, hanno trovato una barca dei femminili con i puntapiedi non regolabili e un timoniere brand new.
Non il massimo, ma almeno la gara c’è stata.

Il risultato non è stato dei migliori, anzi: terzi su sei, ma con due equipaggi femminili e uno maschile squalificato per essere entrato prima in boa.
Uno schifo, sì. Anche contare i problemi che ci sono stati non risolleva certo il morale.

La cosa che più mi ha dato fastidio è stata la reazione degli allenatori, coloro che più di tutti dovrebbero sapere quanto è grande il desiderio di vincere e quanto è disastroso e negativo il “passivismo” con cui hanno accolto il risultato.
“Sì, vabbé dai, non è una tragedia. Basta che vi qualifichiate nei primi 7, poi se perdete amen.” NON è il discorso giusto. Sarebbe stato più apprezzabile, a parer mio, un sano “Bimbi oggi non abbiamo dato il massimo. Avete le capacità per sfondare culi e vincere, vedete di mostrarle anche agli altri. E ora di corsa ad allenarci, muoversi!” sarebbe stato auspicabile… Ma si sa, io non sono un’allenatrice, sono la mascotte.

Ora, sinceramente, il viaggio è stata la tipica “ammazzata”, gergo indomito livornese per dire “sfacchinata assoluta”.
Sveglia alle 7:00, alle 8:00 appuntamento comune in baracchina Bianca per la colazione, alle 8:30 partenza per Portoferraio.
Come avevamo previsto siamo arrivati al porto con un buon anticipo, quindi ci siamo messi a chiacchierare e a lollare al solo sentire “schiaccina” al posto del Livornese “schiacciata”, che secondo me è pure più bellino. Ma De Gustibus.

Il traghetto ci aspettava alle 10:00 e quindi via, partenza!
L’andata, almeno per me, è stata traumatica: nipote di pescatori e figlia del Signore degli scogli ovviamente soffro il mal di mare, eredità forse del lato contadino che mi distingue per linea matriarcale.
Per una lunga ora ho combattuto con il mio stomaco, che proprio non ne voleva sapere di collaborare, ma alla fine ne sono uscita vittoriosa. Fisicamente provata, ma pur sempre vincente.

Appena attraccati ci hanno accolti il sole e il caldo afoso e subito ho ripensato alla cura nel preparare la borsa, alle cibarie che avevo portato, all’acqua, alla crema solare, all’asciugamano da mare e sì, alla borsettina di plastica con il costume dentro; sì, proprio quella che avevo lasciato sul tavolo proprio prima di uscire… E che sul tavolo è rimasta, tipo.

*Sono un’idiota.*

È stato il pensiero per buona parte della mattinata e per buona parte del pranzo (essì, anche quello pagato dal Comitato, anche se un po’ misero) e per buona parte del pomeriggio. Mentre tutti coloro che non avevano gare si divertivano spruzzandosi l’acqua nel viso con l’intenzione di accecare per sempre l’avversario (abitudine tutta livornese), io me ne stavo in solitaria a leggere “La grammatica di Dio” di Stefano Benni, seduta sotto agli alberi de “Le ghiaie”.

Il costume… Dovevo portare il costume… Come ho fatto a dimenticarmi quel dannato costume…?

Tra una capatina in sala giochi, una partita a biliardino, una girata per il centro di Portoferraio (terra natale di mio nonno materno) e una visita amichevole al pulitissimo bagno a pagamento, ho passato la giornata fino alle 17:30, orario di partenza della competisciòn. Finita come già vi accennavo poc’anzi.

Ho fotografato istante per istante, al mio fianco (metaforicamente, perché effettivamente era giù in spiaggia) Barbara riprendeva tutta la gara in filmato, per poi revisionarlo a fine.
Ho immortalato la pessima partenza, il buon andamento della barca, i pessimi giri di boa… E poi è tutto finito. Circa 10 minuti di gara e un migliaio di foto. xD

Una volta scesi, sono prontamente andata a portare l’acqua a Borgo B (il gozzo di Convivente), poi filato di rincorsa a fare la doccia ché da lì a poco ci sarebbe stata la premiazione.

È stato tutto ,molto carino e gli elbani, contrariamente a quanto avevo sentito dire da mia madre, sono persone gentili e disponibili tanto che, a causa dei ritardi nella schedulazione delle gare e conseguentemente della premiazione, ci hanno offerto una merenda a base di buonissima pizza (davvero, era squisita!) mentre andavano a prendere i biglietti per il traghetto di ritorno che sì, ci ha aspettato per ben 10 minuti prima di partire.

Un’ottima giornata di svago, anche se di ritorno dall’isola qualche occhietto lucido per la pessima prova l’ho visto.
Abbiamo passato tutta l’ora a parlare della gara, a scherzare brevemente e poi ancora a guardare foto e filmati della competizione.

Prossima volta a La Spezia. Spaccheremo i culi, assolutamente!